Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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INIZIO CONTENUTO

Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

06/06/2008

Saluto agli studenti delle scuole partecipanti all'iniziativa "Dalle aule parlamentari alle aule di scuola: lezioni di Costituzione"

Desidero innanzi tutto rivolgere, anche a nome del presidente Schifani, un saluto e un vivo ringraziamento al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha voluto onorare questa iniziativa inviando un messaggio di saluto di cui do lettura:

- L'iniziativa "Dalle aule parlamentari alle aule di scuola: lezioni di costituzione", promossa dalle Camere, assume nella ricorrenza del 60° anniversario della nostra Carta costituzionale un forte valore simbolico per l'innovativo percorso di formazione civile e di comunicazione permanente tra il Parlamento e il mondo della scuola. Questo importante progetto, realizzato con la collaborazione del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e con il contributo di Rai Educational, offre agli studenti l'opportunità di avvicinarsi alle piu' alte Istituzioni rappresentative e di apprendere i principi, le regole e i procedimenti posti a suprema garanzia dell'unita' nazionale e della coesione sociale.
La conoscenza del complesso processo storico e politico che, attraverso la ricerca di soluzioni largamente condivise, ha condotto all'elaborazione e all'approvazione della Costituzione dell'Italia repubblicana, e' una lezione sempre viva e attuale per i cittadini piu' giovani.
Ripercorrere i momenti piu' significativi della stagione costituente nella quale, in un clima di forte slancio unitario, fu avviata la ricostruzione materiale e istituzionale dell'Italia, uscita dall'abisso della guerra, consente di comprendere le ragioni ideali che guidarono i padri costituenti verso scelte tanto lungimiranti da conservare intatta, sessant'anni dopo, la loro piena vitalita', grazie anche alla sapiente elasticita' delle disposizioni ed alla capacita' del sistema di aprirsi ai necessari processi di integrazione a livello sovrannazionale e internazionale, con particolare riguardo alle carte dei diritti umani e al processo di unificazione dell'Europa. In questo patrimonio comune di valori e principi l'Italia intera deve continuare a riconoscersi pienamente, anche misurandosi con le riforme necessarie a rinnovare e rendere piu' efficace l'impegno delle istituzioni repubblicane nelle nuove situazioni scaturite dai profondi cambiamenti dell'economia e della societa' culminati nel processo di globalizzazione.
Certo che la prosecuzione di questo progetto, che nella sua fase pilota ha coinvolto sessanta scuole, contribuirà a diffondere tra le giovani generazioni la sensibilita' politica e la passione civile necessarie per una consapevole e responsabile partecipazione alla vita democratica del paese, desidero rivolgere agli onorevoli presidenti delle Camere, ai ministri, ai parlamentari, ai docenti, agli studenti e a tutti coloro che hanno concorso alla realizzazione di questa iniziativa di formazione civile, il mio caloroso saluto e l'augurio sentito di buon lavoro.-

Saluto e ringrazio il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini , il Ministro per le Politiche per i Giovani, Giorgia Meloni, i deputati e i senatori che hanno assicurato la loro presenza ai lavori e in particolare l'on. Giuseppe Fioroni, ministro della pubblica istruzione nel precedente governo che ha promosso il progetto "Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione".

E saluto e ringrazio in modo particolare voi, care ragazze e cari ragazzi, che con il vostro impegno e sotto la guida dei vostri insegnanti e dirigenti scolastici avete fornito un contributo decisivo alla riuscita di questo progetto di formazione civica per il sessantesimo anniversario della Costituzione. Un progetto interessante, che ha offerto a questa ricorrenza un momento intenso e originale. E' per tale ragione che, insieme al presidente Schifani, abbiamo voluto ricondurre alla solennità dell'aula parlamentare questa giornata di festa e di riflessione che conclude un anno di lavoro.

Dico riflessione perché quello che maggiormente colpisce, nell'esame dei vostri elaborati, è la capacità di porre interrogativi su temi fondamentali come il lavoro, la tutela del diritto di libertà, la salute, l'ambiente, la parità tra uomo e donna e quanto altro ancora si riferisce alla qualità della vita.
Sottolineo questo termine, qualità della vita, che non era in uso al tempo in cui si svolsero i lavori della Costituente. Eppure, dovendo cercare una definizione semplice e sintetica per descrivere il contenuto precettivo e programmatico della Carta costituzionale, direi che proprio alla qualità della vita ci dobbiamo riferire. Qualità della vita che vuol dire soprattutto tutela della dignità della persona, promozione della ricchezza sociale, cura e assistenza per le persone malate e per gli anziani, opportunità offerte ai cittadini di sviluppare le proprie capacità. La domanda di fondo che emerge dai vostri elaborati è semplice: com'è tutelata, in Italia, la qualità della vita a sessant'anni dal varo della Costituzione? E' superfluo rilevare che, dal 1948 a oggi, la società italiana ha compiuto passi da gigante. La garanzia effettiva dei diritti risulta assai superiore rispetto al passato. Larghe fasce della popolazione sono uscite dalla condizione di povertà. La democrazia ha innestato radici profonde nel Paese. In questo, la Carta costituzionale ha raggiunto i suoi obiettivi di fondo, indirizzando il grande sviluppo italiano dei decenni passati nel solco della democrazia e ispirando al legislatore norme di notevole contenuto civile. Ma a voi questa risposta non basta, non può bastare. E fate bene ad essere esigenti. A voi interessano principalmente i problemi odierni e soprattutto quelli futuri. Interessa prevedere il tipo di società in cui domani dovrete muovervi da protagonisti. Interessa l'impegno delle istituzioni per applicare i princìpi fondamentali della Costituzione alle nuove, future dimensioni della vita sociale.

Le domande che ci ponete rappresentano per noi un conforto e, nello stesso tempo, una sfida. Un conforto perché dimostrano la vitalità dei valori sanciti dalla Carta costituzionale. La forza dei precetti stabiliti nella prima parte - sulla quale verte la maggior parte dei quesiti - non teme l'usura del tempo. E rappresenta uno stimolo costante al Parlamento per varare norme adatte a favorire l'affermazione di una società sempre più libera, aperta e quindi sempre più democratica.
Una sfida perché le vostre domande ci spingono a promuovere una vita istituzionale quanto più comprensibile e vicina ai cittadini. Un sfida che viene dall'intera società italiana, ma che acquista con voi una forza particolare perché legata alle vostre speranze nel domani.
Il successo di questa iniziativa ci incoraggia a sviluppare la collaborazione tra scuola e Parlamento per un percorso di formazione civica che sia in linea con l'odierna evoluzione sociale e culturale. Questa esperienza ci suggerisce che tale percorso dovrà essere in sintonia con la realtà quotidiana vissuta dagli studenti italiani nella vita concreta delle loro famiglie, delle loro scuole e delle loro città. In questo senso, il coinvolgimento di sessanta istituti che sorgono nelle diverse regioni del Paese ci fornisce un quadro rappresentativo delle ansie, delle domande, delle aspirazioni e delle inquietudini che percorrono il mondo giovanile italiano. E ci dice anche che il richiamo alla Costituzione offre uno strumento prezioso per vivificare e riaffermare il valore dell'unità nazionale.

La formazione dei cittadini di domani deve prevedere una nuova forma di pedagogia civile che impegni le istituzioni, non solo nella loro capacità di divulgazione e di comunicazione, ma anche nella loro capacità di ascolto. Parlare ed ascoltare. Fissare regole e capire le realtà. Chiedere rispetto e offrire rispetto. La Repubblica non deve essere necessariamente "simpatica". In qualche caso, può e deve essere "antipatica", soprattutto quando si tratta di garantire il rispetto dei valori sanciti dalla Carta costituzionale. Se non ha bisogno di cercare sempre un momentaneo consenso, la Repubblica deve però essere "empatica", il che significa condividere i problemi, i sentimenti, i drammi e le aspirazioni della società civile.

Dai vostri elaborati emerge con chiarezza che ai diritti corrispondono i doveri. L'empatia e la vicinanza delle istituzioni si devono tradurre nell'impegno dei cittadini a partecipare in modo attivo alla vita nazionale. La "Vita activa", come ci ha insegnato Hannah Arendt, è il concetto chiave della vita democratica. La partecipazione politica è una modalità naturale dell'uomo. Questa grande filosofa della politica ci ricorda che "il barlume che illumina le nostre vite private deriva, in ultima analisi, da una luce pubblica" e che "il legame tra gli uomini porta a un riconoscimento della reciproca responsabilità".
E' un insegnamento che vi affido come messaggio finale: l'uomo può trovare la tutela dei suoi diritti solo nella condizione di cittadino. E di cittadino attivo.
Perché, come scrisse un costituente illustre come Calamandrei, la Costituzione è come un'automobile. Ferma e inutile senza la benzina. E la benzina è la partecipazione attiva, la passione politica, l'impegno dei cittadini.