Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

21/11/2008

Montecitorio, Sala della Lupa - Cerimonia per il ventennale della Fondazione Bellisario: "Marisa Bellisario icona di modernità"

Sono particolarmente lieto di ospitare oggi, alla Camera dei deputati, la Cerimonia in ricordo di Marisa Bellisario.

Ricordarla a venti anni esatti dalla sua scomparsa, significa ricordare una delle figure più rappresentative nella storia dell'imprenditoria italiana.

Marisa Bellisario continua, infatti, a rappresentare il modello più brillante di donna e di manager che la storia recente del nostro Paese possa ricordare.

E' stata la madrina del primo computer italiano nato nei laboratori della Olivetti ed è stata la madrina dell'avventura e della fortuna italiana nel campo delle più prodigiose trasformazioni moderne, quello delle telecomunicazioni.

Ebbe il merito, peraltro, di risanare l'Italtel.

Risanare, ristrutturare sono oggi termini d'uso comune, ma erano del tutto eccezionali all'inizio degli anni '80, quando la Bellisario cominciò la sua opera.

La sua nomina ad amministratore delegato fu accolta con sorpresa e scetticismo. "Una donna a capo di 30 mila uomini", titolò, all'epoca, un grande giornale. Ma la Bellisario sapeva cosa fare.

In un momento in cui la cultura egemone indicava tutto il bene nel pubblico e tutto il male nel privato, Lei ebbe il coraggio di andare controcorrente, di imporre le leggi del mercato per salvare quel colosso di tante fabbriche, che era appunto l'Italtel, impegnato nell'industria del futuro, ma superato tecnologicamente e gravato da forti perdite finanziarie e di produzione.

Lei, cresciuta e fortificata in un ambiente ricco di personalità come Adriano Olivetti, Bruno Visentini, Cesare Romiti, Carlo De Benedetti, Franco Tatò, dimostrò di possedere tutte le qualità proprie di una imprenditrice innovativa, dal respiro internazionale perché è lei stessa a scrivere di "aver scoperto venti anni prima di economisti ed esperti che un'impresa deve essere internazionale".

Marisa Bellisario lascia, quindi, a noi tutti, una eredità importante, ma è soprattutto alle donne che ha saputo indicare la strada del futuro.

"Sono sola e parto da zero: è la mia vocazione", così scrive a proposito di una delle sue avventure manageriali.

Il messaggio che dunque lancia è che ogni donna, se determinata e coraggiosa, può raggiungere qualsiasi traguardo umano e professionale.

Nel suo libro autobiografico esprime il rammarico per non aver fatto di più per le donne. Così scrive: "Non ho vissuto da protagonista il femminismo nei suoi anni più caldi: ero impegnata nel mio lavoro all'estero e poi a Ivrea. Lavoravo e facevo carriera, dimostrando che potevo fare quello che facevano gli uomini, e forse anche meglio. Ho però il rimpianto di essere mancata a quel momento storico".

In realtà, poco prima della sua improvvisa scomparsa, avvenuta a soli 53 anni, accettò l'invito a far parte della Commissione Nazionale per la parità tra uomo e donna, istituita nel 1984 dall'allora Presidente del Consiglio, Bettino Craxi, e presieduta dalla senatrice Elena Marinucci.

A lei venne affidata la presidenza della sezione per le nuove tecnologie. Al termine dell'incarico, presentò un documento che, ancora oggi, conserva intatta tutta la sua validità tecnica ed umana. Con quel documento invitava a studiare le nuove tecnologie, a ricercare, a comparare, ad innovare perché, come scrisse, "nella capacità tecnologica è il futuro delle nazioni". E alle donne disse: "Studiate anche voi, applicatevi perché la tecnologia è il migliore alleato che la donna abbia mai avuto".

"Il suo impegno - come ha avuto modo di affermare l'allora Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga - è, per la storia femminile, un simbolo dell'affermazione della parità tra uomo e donna".

Ed è per questo che il suo ricordo va costantemente alimentato con l'azione e con iniziative veramente concrete.

Al riguardo, apprezzo l'impegno profuso dalla "Fondazione Marisa Bellisario", presieduta dall'on. Lella Golfo, per la valorizzazione delle professionalità femminili che operano nel settore pubblico e privato e per la promozione di una cultura istituzionale più attenta alla "parità dei sessi" attraverso un dialogo aperto alle diverse istanze della nostra società.

Dopo vent'anni, ben può dirsi che la "Fondazione Marisa Bellisario" rappresenti una Istituzione autorevole, capace di porre al centro del dibattito pubblico le ragioni delle donne e di incidere sulle scelte della politica, dell'economia, della società.

Il cammino, però, verso la piena affermazione della donna è ancora lento, infinitamente più lento delle nostre attese.

Occorre, quindi, intensificare gli sforzi in direzione di una adeguata politica che riconosca le "pari opportunità" le quali nascono per rispondere a quella parte di cittadinanza che invoca il passaggio da una, talvolta, "uguaglianza formale" dei diritti ad una "uguaglianza sostanziale" dei medesimi.

Solo così la nostra Costituzione "materiale" potrà essere attuata.

Solo così la causa del riconoscimento nei fatti dei diritti e del ruolo delle donne potrà corrispondere ad un interesse comune di crescita competitiva dell'economia nazionale, di rinnovata coesione sociale, di accresciuta solidità della vita democratica.

E' con questa consapevolezza che, nel ricordo di Marisa Bellissario, rinnoviamo l'impegno per garantire un più degno futuro al nostro Paese e per rendere davvero "effettivi", nel mondo di domani, i diritti proclamati per uomini e donne a sessant'anni dall'entrata in vigore della nostra Carta costituzionale.

Grazie.