Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

25/05/2009

Montecitorio, Sala della Regina - Convegno sul tema "Pari dignità, solidarietà e sussidiarietà" in occasione dell'inaugurazione dell'esposizione "Una Costituzione viva - Mostra per la Festa della Repubblica"

La Camera dei deputati ha allestito l'esposizione "Una Costituzione viva - Mostra per la festa della Repubblica", della cui organizzazione ringrazio in particolare l'on. Lupi, in ideale continuità con le celebrazioni che l'anno scorso hanno caratterizzato il sessantesimo anniversario dell'entrata in vigore della nostra Costituzione.

Quelle celebrazioni sono state indirizzate in modo particolare alle giovani generazioni. Le scuole di tutte le regioni d'Italia hanno partecipato al progetto didattico "Lezioni di Costituzione", che si è concluso la scorsa settimana con la visita al Parlamento di circa 250 studenti e la premiazione dei loro migliori lavori.

L'educazione civica è più che una materia scolastica; è la linfa vitale della democrazia e le istituzioni, a tutti i livelli, sono chiamate a diffonderla per trasmettere il patrimonio di valori sui cui si fonda la nostra coscienza nazionale.

Ma la Costituzione è un bene prezioso che non possiamo accontentarci di ricordare soltanto in occasione di pur significativi anniversari. E' la pietra angolare della nostra democrazia, la sintesi della nostra recente storia politica, la piattaforma della nostra convinta partecipazione all'Europa unita.

Come ha ricordato in un recente discorso il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano - che ringrazio di essere presente - la Costituzione ha aperto all'Italia orizzonti nuovi di libertà e di uguaglianza, di modernizzazione e di solidarietà.

Nei momenti più difficili, la Costituzione ha rappresentato un'insostituibile bussola perché l'unità nazionale prevalesse sulle spinte particolaristiche delle ideologie, sugli egoismi di categoria, sulle rivendicazioni territoriali.

Una salda riprova dell'attualità della Costituzione sta nel fatto che tutti i progetti di riforma che si sono susseguiti negli ultimi anni non hanno mai sostanzialmente riguardato la prima parte relativa ai principi fondamentali, ma si sono sempre incentrati sulla seconda parte, relativa all'ordinamento istituzionale.

La definizione dei valori e dei principi della nostra società, dei diritti e dei doveri dei cittadini si è rivelata così lungimirante che i princìpi costituzionali sono stati capaci di accompagnare, per più di mezzo secolo, l'evoluzione della società italiana.

La seconda parte, è stata più volte e in più punti modificata e attende ancora una sistemazione complessiva, in grado, specie dopo le modifiche apportate al titolo V, di garantire un armonico equilibrio tra i diversi livelli di governo della cosa pubblica.

A questo proposito, formulo un vivo auspicio che il Parlamento della XVI legislatura possa portare a termine questo percorso che da troppo tempo è stato avviato, ma non ancora portato a compimento.

Mi auguro che il superamento del cosiddetto bicameralismo perfetto, la riduzione conseguente del numero dei parlamentari, la ridefinizione equilibrata dei rapporti tra potere esecutivo e potere legislativo non siano bandiera dell'uno oppure dell'altro schieramento politico, ma siano piuttosto riforme condivise, la cui realizzazione contribuirebbe ad accrescere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni repubblicane.

Esporre per la prima volta, nella storica sala in cui furono proclamati i risultati del referendum istituzionale del 2 giugno 1946, il testo originale della Costituzione ci riporta - con la suggestione delle firme di uomini della levatura di Enrico De Nicola, Umberto Terracini ed Alcide De Gasperi - alle radici della Repubblica e ci consente di ritrovare lo spirito unitario, costruttivo ed innovatore di quel tempo.

Il filo conduttore della mostra trova un suo conseguente sviluppo nei temi che questo convegno si propone di approfondire con il contributo di tre autorevoli personalità: il presidente emerito della Corte costituzionale, professor Giovanni Maria Flick, il presidente della Fondazione Banco Alimentare, Don Mauro Inzoli, e il presidente della Comunità di Sant'Egidio, professor Andrea Riccardi.

Pari dignità, solidarietà e sussidiarietà sono tre valori fondamentali che la nostra Costituzione afferma e che, alle soglie del XXI secolo, comportano la piena consapevolezza del cambiamento epocale che stiamo vivendo a causa della tumultuosa crescita di fenomeni transnazionali come la globalizzazione e l'esplosione dei flussi migratori.

E' noto che una delle più avanzate conquiste della nostra Costituzione fu il riconoscimento e la garanzia dei diritti inviolabili non solo per i cittadini, ma per tutti gli uomini.

Ricordo che, in occasione della sua elezione a presidente della Corte costituzionale, il professor Flick volle osservare che "come è stata anticipatrice sui temi dei diritti fondamentali della persona, così la Costituzione continua a dimostrare tutta la sua preziosa attualità e lungimiranza anche nella sfera economica, di fronte alla tempestosa e non ancora risolta crisi mondiale, che dopo la finanza sta investendo l'economia reale e quindi la vita quotidiana".

La consapevolezza della pari dignità di ciascun essere umano è per gli italiani un patrimonio culturale e spirituale incoercibile profondamente radicato nella comunità nazionale, frutto di una matura coscienza morale e religiosa che si contrappone senza esitazioni ad ogni forma di razzismo e di discriminazione.

Anche per questo è una precisa responsabilità della politica governare gli attuali processi sociali, creare le condizioni di legalità, di benessere e di sicurezza perché l'Italia sia aperta all'apporto di chi proviene da altre realtà, integrando nuove energie morali e materiali.

"La necessità del nostro tempo è imparare a vivere insieme": dovremmo ripensare più spesso a queste parole del professor Riccardi.

Del resto, la solidarietà è valore sancito dai principi fondamentali della Costituzione ed è richiamata sia nell'adempimento dei doveri inderogabili dei cittadini, che nel concorso al progresso della collettività.

Per un certo periodo della nostra storia recente, questo principio è stato viziato dall'assistenzialismo e dallo statalismo perché è stato disgiunto dall'idea della responsabilità.

Una maggiore consapevolezza delle forze politiche e sociali e la grande mobilitazione del volontariato - laico e cattolico - hanno nell'ultimo decennio corretto questa tendenza e riunificato solidarietà e responsabilità.

Il tema della sussidiarietà, del resto, non è certo una recente acquisizione del dibattito politico e dei vigenti ordinamenti giuridici. Inteso come criterio per la regolazione dei rapporti tra i diversi livelli di governo e tra la sfera pubblica e la società, risale ad Aristotele ed è stato approfondito in diverse scuole di pensiero.

Tale principio è richiamato esplicitamente nella Costituzione dalla nuova formulazione dell'articolo 118 introdotta nel 2001, ma era già entrato nel nostro ordinamento attraverso il diritto comunitario ed era comunque prefigurato nelle enunciazioni di molti dei primi dodici articoli della Carta costituzionale.

La sussidiarietà è un parametro imprescindibile per la salvaguardia del pluralismo, in quanto assicura l'armonizzazione di una molteplicità di articolazioni sociali e territoriali.

Un parametro tanto più importante per orientare l'azione della politica in una fase come l'attuale di tumultuosa evoluzione, in cui non esistono modelli astrattamente validi in qualunque circostanza, ma debbono ricercarsi regole da applicare con intelligenza e flessibilità.

Pari dignità, solidarietà e sussidiarietà rappresentano, quindi, tre linee di sviluppo della lettera e dello spirito della Costituzione repubblicana, che ne confermano l'attualità e ne fanno un preciso punto di riferimento morale e civile per l'intera comunità nazionale.

Non dimentichiamo che il grado di civiltà di una Nazione si misura più dalle condizioni di vita degli ultimi che da quella dei primi nella scala sociale!

Sono certo che la riflessione odierna saprà arricchire il messaggio che la Camera dei deputati ha inteso affidare alla Mostra per la Festa della Repubblica, intitolandola non a caso "Una Costituzione viva".

Per sentirla tale, gli italiani del XXI secolo devono saper cogliere la modernità di un rapporto di cittadinanza in cui il riconoscimento dei diritti si rispecchia nell'adempimento dei doveri.

"Condividere il bisogno significa condividere il senso della vita" - ci ha insegnato, a questo proposito, Don Inzoli.

Ed è proprio questa la base della coesione sociale da riaffermare per fare tesoro della Costituzione e per festeggiare nel modo migliore la festa della Repubblica.