Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

20/11/2009

Montecitorio, Sala della Lupa - Convegno sul 40° anniversario dell'Associazione ex Parlamentari della Repubblica

Sono molto lieto di partecipare alla cerimonia del 40° Anniversario dell'Associazione degli ex Parlamentari della Repubblica, insieme con tutti gli amici e colleghi che, nelle passate legislature, hanno onorato le sedi parlamentari con il loro impegno politico.

La vostra è una passione politica che continua a manifestarsi ai più alti livelli qualitativi, come testimoniano le numerose iniziative che avete assunto, nel corso di questi anni, sui temi di maggiore attualità istituzionale, socio-economica ed internazionale.

In questo senso, nei suoi primi quarant'anni di attività, l'Associazione è venuta configurandosi come una sorta di "Parlamento ombra" in cui il patrimonio di esperienza degli ex parlamentari è stato posto al servizio non solo della riflessione culturale, ma anche della decisione politica.

Può costituire un momento di particolare riflessione il fatto che la ricorrenza che oggi celebriamo viene a coincidere con la commemorazione del ventennale della caduta del muro di Berlino, la cui lacerante valenza simbolica ha molto influito sulla vita parlamentare proprio negli anni in cui molti di voi erano direttamente impegnati nell'esercizio del mandato elettivo.

In quel contesto storico-politico, era oggettivamente più difficile liberarsi dai retaggi derivanti dalle contrapposizioni ideologiche che si riverberavano sullo scacchiere nazionale, incidendo pesantemente non solo sul cammino delle riforme e della modernizzazione del Paese, di cui si discuteva in Parlamento, ma anche sulla stessa convivenza civile.

Nel ricordare quegli anni, sento oggi di dover esprimere un sentimento di riconoscenza per l'impegno di coloro che proprio allora, pur nell'asperità del confronto parlamentare, seppero trovare nei valori condivisi della Costituzione un punto di convergenza e di rispetto reciproco.

Oggi le ideologie si sono dissolte, ma di esse qualcosa è rimasto sotto forma di un antagonismo che continua a produrre ostilità, in forme infinitamente più blande del passato, più blande del passato ma non per questo meno tossiche e quindi sempre capaci di produrre divisioni artificiose.

E' una nebbia sottile che altera il dibattito fra le forze politiche e non permette di distinguere con la necessaria nitidezza le questioni su cui è giusto e legittimo dividersi in una fisiologica dialettica democratica rispetto a quelle su cui è necessario convergere con una volontà comune nell'interesse di tutta la nazione.
E la più importante è indubbiamente quella del rinnovamento istituzionale, poiché così come allora si ebbe la consapevolezza di quanto la Costituzione segnasse il perimetro della casa comune di tutti gli italiani, così anche oggi occorre riscoprire il sentimento di una comune appartenenza come valore che cementa la coesione sociale e quella politica.

Fra due anni celebreremo un'altra importante ricorrenza che riguarda l'Unità d'Italia. In quella occasione, non si dovrà solo parlare del "come" gli italiani debbano sentirsi uniti, ma piuttosto del "quanto" il loro sentimento unitario debba essere riscoperto e valorizzato, con un atteggiamento aperto ed inclusivo rispetto alle sfide del nostro tempo.

In tale prospettiva, occorre iniziare a lavorare fin da subito ed il contributo dell'Associazione degli ex parlamentari può essere determinante, in quanto espressione privilegiata di tutte le tradizioni di cultura politica espresse dalla storia del nostro Paese.

C'è oggi in Italia e in Europa una generazione di giovanissimi che, anche a causa delle fuorvianti sollecitazioni mediatiche, non riesce neppure a discernere i punti fermi per iniziare a costruire con fiducia il proprio futuro.

Ad essi vanno ad aggiungersi coloro che saranno i nuovi italiani che crescono nelle nostre scuole e di cui non vanno mortificati il desiderio e l'aspirazione ad integrarsi nella nostra comunità di lingua e di cultura.

Rispetto a questa generazione di giovanissimi, la Camera dei deputati ha da tempo avviato molteplici iniziative di formazione e di diffusione della conoscenza del ruolo istituzionale del Parlamento, cercando di intercettarne le curiosità conoscitive e gli interessi di ricerca, anche attraverso un profondo rinnovamento della comunicazione istituzionale indotto dall'innovazione tecnologica.

Proprio perché promosse da una sede istituzionale, queste iniziative hanno dovuto fisiologicamente concentrarsi sui profili generali dell'attività del Parlamento, senza addentrarsi nel racconto della storia e dei valori dei diversi schieramenti politici che nel Parlamento repubblicano si sono storicamente confrontati.

A tale riguardo, a mio avviso, l'Associazione degli ex Parlamentari potrebbe offrire un contributo di memoria storica, da veicolare anche attraverso il sito internet dell'Associazione, che verrebbe a rappresentare per la collettività, e soprattutto per le scuole ed i diversi istituti di formazione giovanile, un preziosa testimonianza, perché diretta, di cultura e di esperienza politica.

Del resto, lo stesso scenario politico di cui sono spettatori le nuove generazioni appare profondamente diverso da quello in cui noi stessi abbiamo strutturato la nostra coscienza civile e sviluppato il nostro orientamento politico.

Ma paradossalmente, proprio le maggiori possibilità conoscitive offerte oggi dall'abbattimento delle frontiere fisiche e di quelle culturali possono ingenerare smarrimento e superficialità se non alimentate da una conoscenza approfondita del retroterra di valori che l'impegno politico necessariamente presuppone.

Dal 1948 ad oggi, la storia del nostro Paese ha vissuto diverse fasi evolutive che hanno puntualmente tratto origine e trovato riscontro nelle Aule parlamentari.

Selezionare nell'ambito di questa storia i momenti salienti, ricostruirne la gestazione e gli esiti attraverso la testimonianza diretta di quelli che ne furono i protagonisti, esprimere tutto questo attraverso le opportunità offerte dalle tecnologie audiovisive, rappresenta, oggettivamente, un grande servizio che l'Associazione può oggi offrire al Paese.

Una traccia, in tal senso, può essere reperita nelle più recenti iniziative degli archivi storici parlamentari, volte a promuovere la conoscenza del grande patrimonio collettivo di memoria politica costituito dai documenti parlamentari e dalle carte private dei deputati e dei senatori che sono state loro affidate.

Ma quali che siano le modalità o i soggetti istituzionali attraverso cui trasmettere questa conoscenza, l'obiettivo comune rimane quello di alimentare nel Paese un atteggiamento positivo nei confronti della politica, di accrescere la consapevolezza, specie per i più giovani, che l'esperienza politica e parlamentare è parte importante del patto generazionale su cui deve consapevolmente fondarsi lo sviluppo della democrazia e della comunità nazionale.

"La democrazia è forte dove il Parlamento è forte" recita il titolo di uno dei più recenti convegni promossi dall'Associazione degli ex Parlamentari.

Ed il Parlamento è forte quando non solo quando dispone di efficaci poteri d'intervento nella decisione sulle politiche pubbliche, ma anche e soprattutto quando gode di una considerazione sociale che spetta, in primo luogo, a chi ne è stato ed a chi ne è tuttora membro.

In questo senso, proprio in questa sede mi sembra giusto evidenziare la profonda valenza politica di una riflessione di Teilhard de Chardin che trovo particolarmente efficace: "Il futuro appartiene a coloro che trasmettono alla prossima generazione motivi per sperare".

In questo consiste il servizio che noi tutti dobbiamo offrire al Paese.

E se il bilancio complessivo del nostro impegno, nel Parlamento e nella società civile, potrà dirsi conforme a questa riflessione, il nostro contributo di idee, di sensibilità e di passioni alla vita politica nazionale sarà stato e potrà continuare ad essere realmente significativo per le generazioni future.