Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

28/06/2011

Montecitorio, Sala del Cavaliere – Premio internazionale Alexander Langer 2011

Autorità, Signore e Signori!

La Camera dei deputati è lieta di ospitare il Premio Langer 2011, arrivato quest'anno alla sedicesima edizione.

Un saluto ai Segretari di Presidenza, gli onorevoli Emilia De Biasi, Lorena Milanato e Silvana Mura; un cordiale benvenuto ai responsabili dell'Associazione di Haiti F.D.D.P.A (Fos pou Defann Dwa Payzans Aysien trad. Fondo per difendere i diritti dei contadini haitiani), Jéan Bonnélus, Maritine Mercier e Silius Pierre; al presidente del Comitato scientifico della Fondazione Alexander Langer, Fabio Levi; e a tutti i presenti.

Il Premio Langer è un appuntamento sul quale ogni anno le deputate dell'Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati s'impegnano per testimoniare la vicinanza e la solidarietà di questa Istituzione al Premio Langer e verso popoli afflitti dalla guerra, dalla povertà, e dalla privazione delle libertà politiche e civili.

Ricordo che nel corso di questa legislatura sono stati consegnati quattro premi ad associazioni che operano in ogni parte del mondo secondo le finalità della Fondazione. L'articolo due dello statuto, infatti, stabilisce che la Fondazione sostiene "gruppi e singole persone che contribuiscano con la loro opera a mantenere viva l'eredità del pensiero di Alexander Langer e a proseguire il suo impegno civile, culturale e politico; di promuovere la difesa dei diritti dei singoli e dei gruppi minoritari contro ogni discriminazione di natura economica, religiosa, razziale, sessuale; di stimolare la ricerca di soluzioni solidali, democratiche e giuste ai bisogni e ai conflitti che attraversano le società; di promuovere riflessioni e azioni concrete in direzione di una conversione ecologica dell'economia, del lavoro e degli stili di vita".

Quest'anno il Premio Langer è stato attribuito all'associazione di Haiti F.D.D.P.A., in memoria di Elane Printemps detta 'Dadoue', che fin dai primi anni Novanta si è battuta con coraggio al fianco della popolazione rurale oppressa nei suoi diritti fondamentali. Nonostante fosse scampata a molti attentati, Dadoue è morta il 24 aprile 2010, vittima di un'aggressione nella bidonville alla periferia di Port au Prince.

Un'esperienza coraggiosa la sua che è opportuno ricordare. A venti anni decide di lasciare la vita sicura e privilegiata del convento delle suore teresiane per aiutare i suoi compaesani, stremati dalla dittatura Duvalier. Nel 1985, fonda in un'area di montagna, arida e isolata, il primo centro d'istruzione della zona, una scuola primaria. Grazie a questo programma di alfabetizzazione dei bambini, e successivamente degli adulti, la popolazione di questi villaggi remoti inizia a sentirsi parte del tessuto sociale migliorò le sue condizioni di vita, attivandosi per trovare autonomamente soluzioni concrete in grado di affrontare la miseria e l'assenza di aiuti.

Con la sua caparbietà e la sua forza riuscì a creare centri di aggregazione per favorire la coesione sociale degli abitanti in una zona montuosa, impervia e poco collegata al capoluogo e alle vie di comunicazione principali.

In questo modo, riuscì a ridurre l'esodo dei contadini dalle loro terre, fenomeno che alimenta le bidonville della capitale Port-au-Prince.

Nasce in questo modo un processo di partecipazione civica volto ad aiutare popolazione a riscattarsi dalla povertà e dall'ignoranza e diventare parte attiva della società.

Un impegno diventato ancora più urgente con il tragico terremoto che ha colpito Haiti il 12 gennaio 2010.

Ripercorrendo alcune tappe fondamentali della vita di Dadoue, si comprendono i motivi per cui la Fondazione Langer ha scelto di destinare il premio all'Associazione a lei ispirata.

Personaggio di grande rilievo nel panorama politico e culturale degli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, i suoi insegnamenti, per molti versi anticipatori di alcuni temi di oggi, assumono con il passare del tempo, maggiore attualità e significato.

Langer, com'è noto, profuse i suoi sforzi per diffondere in Italia e in Europa una cultura ecologica capace di ispirare la politica e si batté sempre per far vincere le ragioni della pace.

Fu impegnato ad affermare l'idea di sviluppo sostenibile come punto di equilibrio tra esigenza del progresso economico, rispetto dell'ambiente e ricerca di una migliore qualità della vita.

Un altro elemento significativo nel pensiero di Langer fu quello di operare per favorire la condivisione di valori tra donne e uomini provenienti da diverse culture politiche, in una ricerca del dialogo che puntava a infrangere le vecchie barriere ideologiche del Novecento. Quelle barriere, secondo l'intellettuale dovevano essere superate perché, scrissein un articolo dal titolo 'il Segno dei tempi', nel lontano 1967, "gli uomini e le donne di oggi devono percorrere - molto più che in passato- strade comuni che passano attraverso il vivere e agire insieme".

Langer non si limitava a cercare un più maturo confronto tra sensibilità differenti, ma puntava a spegnere alla radice la potenzialità distruttiva dei pregiudizi razziali, etnici e religiosi: "Quando mi trovo di fronte ad un conflitto di natura etnica - scrisse nel 1990- mi metto per prima cosa a vedere se esiste qualche gruppo che riesca a riunire al proprio interno persone dell'uno e dell'altro schieramento. L'esperienza di un gruppo interetnico, o se volete del gruppo pilota che accetta di sperimentare su di sé le possibilità e i limiti, i problemi della convivenza interetnica, per me rimane una cosa assolutamente determinante».

Credo che queste frasi, tratte da uno dei suoi saggi più importanti, 'Il viaggiatore leggero', rappresentino al meglio ciò che significa lavorare per il superamento di ogni tipo di intolleranza per costruire una società più giusta.

Puntare a guidare i cambiamenti: è questo l'insegnamento che Langer e Dadoue ci hanno lasciato.

Voglio concludere questo incontro con una bella frase di Langer in cui si sottolinea la centralità del valore della persona come punto di riferimento fondamentale di chi crede nella politica come servizio e che è il segno distintivo di ciò che ha fatto Dadoue: "Tutti segni dei tempi ruotano attorno a un unico grande cardine - ha scritto Langer quarant'anni fa- probabilmente il più importante di tutti: la riscoperta del valore dell'individuo, della sua personalità e della sua dignità".

Grazie.