Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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INIZIO CONTENUTO

Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

10/05/2012

Montecitorio, Sala della Regina – Tavola rotonda dal tema “Le mafie. L’Italia - Bilancio e prospettive dell’azione di contrasto alla criminalità organizzata”

Autorità, Colleghi, signore, signori!

La Camera dei deputati è davvero lieta di ospitare il convegno promosso dalla Fondazione ICSA sul bilancio e sulle prospettive dell'azione di contrasto alla criminalità organizzata.

Saluto e ringrazio gli illustri oratori: il Ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, il Presidente della Fondazione ICSA Marco Minniti, il Capo della Polizia Antonio Manganelli, il Presidente della Commissione Antimafia Giuseppe Pisanu, il Componente della Commissione Antimafia Walter Veltroni, il Procuratore capo della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone.

Grazie alle loro autorevoli relazioni e ai loro importanti contributi di conoscenza, il convegno di oggi offrirà un quadro ampio, aggiornato e altamente rappresentativo dell'attuale azione di contrasto nei confronti delle Mafie nel nostro Paese.

Voglio preliminarmente esprimere alla Fondazione ICSA il mio plauso per l'importante occasione di approfondimento offerta con l'incontro odierno, che ben si inserisce nel quadro delle iniziative della Camera dei deputati volte alla promozione della cultura della legalità.

Tutti conveniamo sul fatto che la battaglia condotta dallo Stato contro la criminalità organizzata deve essere accompagnata dall'adesione attiva e partecipe della società civile e dei cittadini.

Perché ciò accada è necessario mantenere sempre alta la tensione morale e politica contro ogni possibile tendenza all'assopimento delle coscienze, al calo della passione civile, al disinteresse per la cosa pubblica. Guai ad esempio a pensare che l'emergenza Mafie riguardi soltanto i cittadini che vivono nelle città e nei territori del Paese più direttamente sottoposti al potere di ricatto delle cosche e dei clan.

Sempre più chiara e diffusa deve essere la consapevolezza che la criminalità organizzata è una forza eversiva rivolta contro la nostra democrazia. Le Mafie sottraggono libertà, sottraggono diritti, sottraggono futuro alla nostra società. Tendono a corrompere ogni ambito della vita associata, da quella politica a quella sociale, a quella amministrativa.

Di particolare urgenza e attualità è il profilo economico della lotta alla mafia, perché, come è stato rilevato da più parti e nelle sedi più autorevoli, la criminalità organizzata rappresenta uno dei freni più gravi alla crescita della nostra economia, ostacolando pesantemente lo sviluppo di aree del Paese pur ricche di potenzialità; coartando in molte zone la libertà di mercato; alimentando ovunque i velenosi circuiti della ricchezza illegale e criminale.

Non a caso, le organizzazioni criminali stanno dimostrando negli ultimi anni un'allarmante capacità di infiltrazione anche nel tessuto sociale ed economico di talune zone del Centronord.

Come osserva il dottor Pignatone in un bel libro dedicato al fenomeno della 'ndrangheta, il virus criminale può contagiare molti ambiti della società, ben al di fuori di quelli d'origine.

Una delle caratteristiche più pericolose delle Mafie consiste nella loro capacità di alimentarsi, come giganteschi e oppressivi parassiti, della ricchezza prodotta nella società.

Queste insidiose e articolate strategie mafiose devono essere contrastate con una lotta ampia, energica, senza quartiere da parte delle Istituzioni e della società civile.

E dobbiamo sempre ricordare i grandi e importanti successi conseguiti grazie alla dedizione e alla professionalità della magistratura e delle forze dell'ordine cui dobbiamo gratitudine. Pericolosi latitanti sono stati assicurati alla giustizia. Nuove reti criminali sono state scoperte. Patrimoni illecitamente accumulati sono stati sequestrati.

Sono risultati che infondono fiducia e speranza nei cittadini e nella pubblica opinione, perché l'azione decisa e intransigente dello Stato, oltre ad abbattere il potere di ricatto delle Mafie, consente di garantire le condizioni di legalità e sicurezza indispensabili per una società democratica.

Accanto alla indispensabile e meritoria azione degli organismi investigativi e giudiziari dello Stato, è necessaria un'opera altrettanto profonda e incisiva di ricostruzione sociale e morale da parte della politica, della Pubblica Amministrazione, delle associazioni dei cittadini.

La legalità non è solo un principio di ordine sociale, è una cultura, una mentalità, un fondamento etico per i singoli e per le collettività. La legalità è un "valore interiorizzato", diceva Giovanni Falcone parlando della sostanza morale dello Stato.

Questa cultura deve innervare profondamente, più di quanto è avvenuto in passato, il tessuto sociale e, soprattutto, l'intera organizzazione pubblica.

Se l'attività di repressione del fenomeno mafioso funziona, ora si impone la necessità - come ha recentemente rilevato il Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso - che "funzioni tutto il resto". Il riferimento di Grasso è all'esigenza di abbattere quell'area grigia di connivenza presente in ambiti politici, economici e amministrativi, che è il brodo di coltura delle Mafie.

Nell'ambito del rilancio della cultura della legalità è necessario soffermarsi, soprattutto in questa sede, sui compiti della politica.

Un'azione inflessibile della politica contro l'illegalità si deve in primo luogo sostanziare nel buon esempio. Buon esempio significa cancellare ogni possibile zona d'ombra o di contiguità al proprio interno; significa espellere dal proprio seno chiunque risulti compromesso con le attività della criminalità organizzata; significa - per evidenti ragioni di opportunità - non candidare persone sospette di vicinanza con le Mafie.

Analoga inflessibilità va applicata sul fronte della lotta alla corruzione, fenomeno che rappresenta un veleno per la vita democratica, anche nei casi in cui non sia direttamente collegato alla criminalità organizzata. La slealtà di politici e dirigenti pubblici disonesti verso i cittadini e verso lo Stato getta discredito sulle Istituzioni, impoverisce gravemente la risorse pubbliche (come a più riprese denunciato dalla Corte dei Conti), indebolisce le difese morali e culturali contro il malaffare.

L'attività eversiva dei mafiosi e l'azione predatoria dei corrotti traggono alimento da una medesima condizione di anonimato sociale, una tendenza che rappresenta uno dei lati più oscuri e involutivi della nostra società e che si traduce, negli ambiti in cui è diffusa, in un'abitudine o assuefazione all'illegalità, all'arbitrio e alla violazione delle regole.

Spetta al Parlamento, e in questa circostanza alla Camera dei deputati, fornire un contributo e un segnale importante nella direzione del risanamento morale dell'Italia (necessario e urgente al pari di quello economico) approvando sollecitamente la legge anticorruzione, che rappresenta una misura indilazionabile per rilanciare l'etica pubblica e per restituire la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni. E' stato perso troppo tempo e il nostro è uno dei pochi Paesi che non ha ancora ratificato la Convenzione di Strasburgo.

Le reti mafiose, i corrotti annidati dentro l'organizzazione dello Stato, l'economia in nero o illegale fanno tutti parte di quell'Anti-Italia che prospera nei sotterranei della nostra società e che rappresenta uno dei nemici più insidiosi dell'Italia democratica, dell'Italia civile, dell'Italia europea.

Un altro e decisivo fronte è quello sociale. La mafia la si batte anche con lo sviluppo, la garanzia dei diritti, la promozione del merito, la pedagogia civile.

Uno degli obiettivi strategici dell'azione in favore della legalità deve essere quello di erodere alla base l'aberrante consenso che mafia, camorra e 'ndrangheta possono ottenere nelle zone maggiormente sottoposte al loro controllo.

Nelle aree investite dall'economia illegale è urgente creare un sistema virtuoso di opportunità lavorative e sociali in un quadro di legalità e sicurezza.

La riaffermazione dell'autorità dello Stato passa quindi anche per un deciso recupero di efficienza da parte della Pubblica Amministrazione, sia centrale sia regionale. E' urgente elevare lo standard dei servizi e razionalizzare la spesa pubblica annullando quelle intollerabili aree di sperpero e dissipazione delle risorse che spesso finiscono per alimentare i circuiti dell'illegalità.

In conclusione, la battaglia contro le Mafie è una grande battaglia democratica che deve vedere l'impegno corale delle Istituzioni e della società civile.

Beneficiari di questa azione devono essere in particolare i giovani, i quali hanno il pieno diritto di realizzare la loro formazione umana, culturale e civile in una società libera da ogni forma di arbitrio, sopraffazione e intollerabile violenza.

La lotta per la legalità è la base di un rinnovato patriottismo civile che persegua con decisione e coerenza l'ideale di un'Italia libera, pulita e onesta.

E' con questo auspicio che passo la parola agli illustri relatori, nella convinzione che questo importante convegno offrirà importanti motivi di approfondimento e riflessione su un tema di cruciale e strategica importanza per lo sviluppo civile e sociale del nostro Paese.