Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

10/10/2008

Montecitorio, Sala della Lupa - Celebrazione della Giornata Europea contro la pena di morte

Desidero innanzi tutto esprimere la mia gratitudine ai promotori di questa Giornata europea contro la pena di morte, ai dirigenti dell'Associazione Nessuno tocchi Caino, a Raoul Bova ed agli altri interpreti e realizzatori del filmato 15 secondi, un filmato che con passione e con doloroso realismo, rappresenta il dramma di un uomo condannato alla pena capitale.
Sono immagini indubbiamente forti, ma capaci di smuovere i cuori e le coscienze. Uno dei meriti di 15 secondi è proprio nella sua capacità di raccontarci, attraverso la ruvida eloquenza dei fotogrammi di un'esecuzione, come ancora oggi, in ben 49 Stati del mondo, sia possibile essere uccisi nel nome della legge.
La mia presenza a questa Giornata intende esprimere la sensibilità e l'attenzione con le quali tutta la Camera dei deputati sostiene, al di là delle diverse ispirazioni politiche dei suoi componenti, la battaglia per l'abolizione universale della pena di morte.
E' un impegno radicato in un'esperienza antica e, in un certo senso, gloriosa, perché, da un lato, si rifà direttamente all'identità culturale dell'Italia fortemente permeata dai valori del Cristianesimo e, dall'altro, trae ispirazione dalla grande civiltà dell'illuminismo giuridico, nel nome del quale, nel 1786, uno Stato italiano, il Granducato di Toscana, abolì ufficialmente, per primo al mondo, la pena di morte e la tortura.
Richiamandosi a questo patrimonio, le Istituzioni del nostro Paese hanno avviato da tempo una decisa campagna, a livello mondiale, per l'abolizione della pena capitale: nel 1994 l'Italia sottopose all'attenzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite una prima proposta di moratoria universale, reiterandola nel 1997 e nel 1998 presso la Commissione dell'ONU per i diritti dell'uomo. Nel 2006, il Governo italiano si fece promotore di un'ampia mobilitazione della Comunità internazionale, che sfociò in una "Dichiarazione di Associazione" sulla moratoria e sull'abolizione della pena di morte, adottata da 86 Stati e presentata al Palazzo di vetro il 19 dicembre 2006.
Un anno dopo, la 62ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha accolto a larga maggioranza la moratoria delle esecuzioni, nella prospettiva della completa abolizione della pena capitale, sottolineando espressamente che il ricorso allo strumento della pena di morte mina, in radice, la stessa dignità umana.
In Italia, esattamente un anno fa, è stata approvata la legge costituzionale che ha cancellato dall'ordinamento giuridico la previsione della pena capitale in caso di guerra.
Non v'è dubbio che il voto dello scorso 18 dicembre abbia rappresentato un momento altamente significativo nell'azione dell'Italia nel mondo: ne va riconosciuto il merito alla diplomazia italiana e a chi aal'epoca la dirigeva, l'on. Massimo D'Alema, così come alle associazioni, come Nessuno tocchi Caino, che, con passione ed energia, hanno saputo coinvolgere l'opinione pubblica internazionale.
Confido che, come recentemente ha annunciato il Ministro Frattini, il Governo italiano possa farsi promotore di una nuova risoluzione presso l'Assemblea Generale, che confermi la moratoria e porti ad ampliare il numero degli Stati abolizionisti.
Le campagne di sensibilizzazione ed il diffondersi nel mondo della cultura dei diritti umani hanno ottenuto risultati positivi: 148 Paesi hanno abolito la pena capitale, per legge o in via di prassi, e 95 di essi sono integralmente abolizionisti. Nel 1970 erano appena 50.
Particolarmente incoraggianti sono i segnali che arrivano dal Continente africano, dove gli Stati che hanno abrogato la pena di morte sono 13, mentre quelli che applicano la moratoria sono 23.
Molti sono, quindi, i motivi di speranza, anche se il numero complessivo delle esecuzioni capitali rimane drammaticamente alto.
E' una considerazione che deve indurci ad accrescere la nostra opera di sensibilizzazione verso quei Paesi che ancora prevedono e applicano la pena di morte.
Come cittadini europei, cioè come cittadini del Continente della libertà e dei diritti umani, dobbiamo sempre ricordare la limpida formulazione contenuta nell'articolo 2 della Carta dei diritti fondamentali, in cui si afferma congiuntamente il valore intangibile del diritto alla vita ed il divieto del ricorso alla pena capitale.
Al tempo stesso, non dobbiamo sottovalutare le nostalgie per la reintroduzione della pena capitale che si colgono periodicamente nella opinione pubblicha di Paesi che l'hanno abolita da decenni.
Sono pulsioni che si sprigionano dal sentimento di paura presenti nella società moderna, sentimenti che risulta spesso amplificato dai casi di diffusa impunità del crimine.
Sono tentazioni negative che si combattono con l'esercizio di una efficace amministrazione della giustizia unita ad una costante opera di sensibilizzazione morale e culturale.
Il grande maestro del diritto che è all'origine del nostro impegno abolizionista e, in fondo, di questa stessa Giornata, Cesare Beccaria, definiva la pena di morte "una guerra della Nazione contro un suo cittadino": al tempo stesso, però, ammoniva che "la certezza di un castigo, benché moderato, farà sempre una maggiore impressione che non il timore di un altro più terribile, unito colla speranza dell'impunità".
La battaglia per l'abolizione globale della pena capitale sarà ancora lunga ed impegnativa. Ma questa Giornata ci offre l'opportunità di verificare i grandi progressi conseguiti dalle forze che si battono per la cultura dei diritti della persona.
Tale consapevolezza, unita alla considerazione dell'alto valore morale e civile della campagna abolizionista, sia da sprone ad azioni sempre più incisive per la piena affermazione del diritto alla vita.