Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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INIZIO CONTENUTO

Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

20/11/2008

Montecitorio, Sala della Lupa - Giornata italiana per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza "Crescere insieme: accoglienza ed integrazione dei minori stranieri in Italia"

"L'umanità ha il dovere di dare al fanciullo il meglio di se stessa". E' con questo impegno, contenuto nella Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo approvata dall'Onu nel 1959, che vorrei inaugurare i lavori dell' incontro odierno. Saluto e ringrazio l'on. Alessandra Mussolini, Presidente della Commissione parlamentare per l'infanzia, per questa iniziativa che rappresenta un importante contributo del Parlamento per la celebrazione della Giornata Nazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. La saluto e la ringrazio unitamente al vicepresidente del Senato Vannino Chiti, ai rappresentanti del Governo e alle altre personalità che interverranno a questa manifestazione.

Ritengo che ogni anno, per onorare degnamente questa giornata, dovremmo proporci, sempre su ispirazione della Carta Onu, questa semplice ma impegnativa domanda: la nostra società riesce a dare il meglio di se stessa ai propri bambini?
E' una domanda che riguarda sia la nostra coscienza di uomini - di padri e di madri - sia il nostro impegno di cittadini. Di cittadini italiani, che si preoccupano del futuro delle nuove generazioni. Di cittadini del mondo, che pensano alle condizioni dell'infanzia nei Paesi in cui vengono calpestati e violati i diritti più elementari dei piccoli.
La risposta non è semplice, dal momento che dobbiamo registrare la presenza di luci insieme a tante ombre. Da un lato assistiamo al lodevole impegno di Istituzioni e società civile per dare una tutela sempre più compiuta ai più giovani. Sono nati in questi anni organismi e associazioni che si dedicano ai problemi dell'infanzia e dell'adolescenza in una pluralità di iniziative che vanno dall'assistenza diretta alla prevenzione degli abusi nonché alla denuncia di situazioni di degrado e di abbandono.
L'adesione dell'Italia alla Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, firmata 1989, impegna il nostro Paese a impiegare sempre maggiori energie a tutelare i diritti dei più giovani, soprattutto garantendo quelle condizioni sociali, culturali e psicologiche che permettano loro una crescita serena ed equilibrata. E' bene comunque ricordare che la nostra Costituzione, all'articolo 31, già individua la protezione dell'infanzia e della gioventù come compito fondamentale della Repubblica.

Dall'altro lato constatiamo che le pratiche dello sfruttamento e del maltrattamento, la povertà, la violenza contro i minori continuano a essere ampiamente diffuse nel mondo.
E l'Italia non fa purtroppo eccezione, anche se per fortuna nostra e dei nostri figli non conosciamo l'orribile piaga dei bambini-soldato e i fenomeni generalizzati della fame, della miseria estrema, dello sfruttamento del lavoro minorile. Dico "per fortuna" per sottolineare il fatto che il privilegio di vivere in società democratiche e pacifiche deve impegnare la nostra coscienza di uomini liberi alla solidarietà concreta e fattiva in favore delle popolazioni colpite dalla povertà e dalla guerra.
Il mio pensiero va, tra gli altri casi, alla recente emergenza umanitaria in Congo. Anche in questa situazione sono sempre i più giovani e i più indifesi a pagare il prezzo più alto del cinismo politico e dell'inimicizia fra gli uomini. Ma - come dicevo- anche l'Italia ha le sue piaghe, più o meno nascoste.
Quasi ogni giorno, tristi e dolorosi fatti di cronaca ci ricordano che intorno a noi continua a esistere una oscura realtà parallela, un mondo turpe che sfrutta i bambini, anche con modalità abominevoli. E' triste constatare che viviamo in una società che non sempre ama i più piccoli, o che non riesca ad amarli abbastanza, per egoismo, immaturità o superficialità.
Se rivolta ai bambini, anche l'indifferenza è una forma di violenza. Anche l'indifferenza compromette il futuro di chi ha diritto di crescere circondato dall'amore e disponendo degli strumenti educativi e dei mezzi economici necessari per diventare un cittadino di domani consapevole dei propri diritti e dei propri doveri.

Il problema della tutela dei diritti dei minori presenta numerosi profili.
Profili sociali. E mi riferisco in particolare agli aiuti necessari alla famiglie in difficoltà, che vivono spesso in condizioni di indigenza e in contesti urbani di degrado.
Profili di sicurezza. Penso soprattutto alla pedofilia, uno dei crimini più orrendi che offendono la coscienza dell'uomo. Mai abbassare la guardia. Vanno moltiplicati gli sforzi per prevenire e reprimere nella forma più dura questo ignobile fenomeno in tutte le forme in cui esso si manifesta, con particolare attenzione alle nuove e subdole modalità di adescamento, anche in via informatica, svolte da individui, gruppi e associazioni.
Penso anche alla lotta alla droga, che continua purtroppo a rappresentare uno dei grandi mali della nostra società e che compromette seriamente la crescita di tanti adolescenti e di tanti giovani.
Tra i profili di sicurezza va inserita inoltre la salvaguardia contro gli attentati alla salute dei bimbi che possono arrivare dalla circolazione di cibi o di prodotti commerciali destinati all'infanzia che contengano sostanze nocive o che non siano in linea con i necessari standard di salubrità.

Una speciale attenzione la dobbiamo dedicare anche ai profili educativi. E il riferimento non è soltanto alla scuola, ma all'insieme dei messaggi che arrivano ai più giovani da Internet e dai mass media.
Si tratta di un problema che riguarda tutti e che richiama la necessità che i nostri figli siano al riparo da modelli sbagliati e diseducativi.
E' mia opinione che, nell'affrontare questo problema, non debba essere considerato soltanto l'aspetto del controllo e del divieto, ma anche quello della promozione di modelli virtuosi. Oltre a dire no ai messaggi negativi, bisogna anche dire sì ai messaggi giusti ed educativi.
Il che significa coordinare gli sforzi per moltiplicare i programmi di formazione ed individuare gli strumenti adatti a diffonderli in un approccio multimediale che interessi scuola e mezzi di comunicazione. Il che significa stabilire le linee di un generale progetto educativo adatto ad una società in profonda trasformazione come la nostra.

Vorrei in proposito esprimere il mio personale apprezzamento per la scelta del principio ispiratore dell'odierna giornata: "Crescere insieme: l'accoglienza e l'integrazione dei minori stranieri in Italia".
Ritengo che si tratti di un approccio innovativo ed evolutivo.
I figli degli immigrati, che spesso risiedono da anni nel nostro Paese, devono potere ricevere tutti gli strumenti necessari per preparare il loro futuro di italiani.
Non dovranno essere, né sentirsi mai, cittadini di serie B, ma protagonisti a pieno titolo della vita collettiva, nel possesso effettivo degli strumenti linguistici e culturali che possano permettere loro di integrarsi nella comunità nazionale.

Avviandomi a concludere questo mio intervento introduttivo, vorrei richiamarmi ancora alla Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo. In una delle sue enunciazioni più importanti è sancito il principio del "superiore interesse del bambino".
Ritengo che tale richiamo debba costituire il criterio ispiratore comune alle varie misure che le Istituzioni hanno l'obbligo di predisporre per garantire le migliori condizioni di crescita dei più giovani.
Vale la pena di sottolineare che lo Stato e le altre strutture pubbliche devono aiutare i genitori attraverso la garanzia dei servizi sociali necessari e attraverso adeguate politiche di sostegno della maternità e della parternità. Deve essere chiaro il concetto che, dal suo impegno nella tutela dell'infanzia, si misura la capacità di un Paese di garantire il proprio futuro.
Una società che non pensa abbastanza ai bambini, che ne ignora superficialmente le domande, che ne calpesta cinicamente i diritti e che non si impegna a fondo per prevenire e colpire i casi di violenza e sfruttamento, è una società senza avvenire. E' una società ottusamente egoista che si autocondanna alla decadenza.
Il "superiore interesse del bambino" è il superiore interesse della vita. Personale e sociale.