Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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INIZIO CONTENUTO

Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

21/03/2011

Aula di Montecitorio - Discorso in occasione del concerto dell'Orchestra dell'Opera di Roma diretta dal Maestro Riccardo Muti

Autorità, Signore e Signori!

La Camera dei deputati è particolarmente lieta di presentare, nell'ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, il Concerto dell'Orchestra e del Coro del Teatro dell'Opera di Roma, diretto da uno dei massimi rappresentanti della cultura italiana nel mondo, il Maestro Riccardo Muti.

Un benvenuto particolare al leader dei Democratici presso la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, on. Nancy Pelosi, che guida una delegazione di autorevoli membri del Congresso degli Stati Uniti d'America; all'ambasciatore degli Stati Uniti d'America, David Thorne; al Presidente della Corte Costituzionale, Ugo De Siervo; al Presidente del Comitato dei Garanti per le Celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, Giuliano Amato; al Nunzio Apostolico Sua Eccellenza Reverendissima mons. Giuseppe Bertello, al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta.

Quella odierna è una manifestazione che ha un preciso significato civile e istituzionale e che segue la solenne cerimonia avvenuta il 17 marzo scorso, con il Parlamento riunito in seduta comune alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.

Con questa iniziativa la Camera dei deputati intende proseguire la celebrazione di una ricorrenza che viene vissuta sempre più intensamente da tutti gli italiani come alto momento di unità, di coesione e di fiducia nel futuro.

Ricordare la grande stagione dell'unificazione nazionale vuol dire infatti rinverdire l'attualità degli ideali di indipendenza, di libertà e di emancipazione civile che animarono il sogno dei patrioti del Risorgimento; ideali che oggi continuano ad essere il lievito per la crescita sociale e morale dell'Italia.

Oggi avremo il piacere di ascoltare una selezione del 'Nabucco' di Giuseppe Verdi, il compositore che più di ogni altro nella nostra storia patria ha saputo forgiare l'identità musicale di un popolo che anelava all'unità nella libertà.

Anche per questo 'Il Nabucco', il cui fulgore ha attraversato tutte le temperie storiche degli ultimi 150 anni, è, insieme all'Inno di Mameli, uno dei simboli più intensi dell'Unità nazionale.

E Giuseppe Verdi è uno dei numi tutelari dell'Italia migliore, di quell'Italia che concepisce l'arte e la musica non soltanto come auto rappresentazione della propria identità culturale, ma soprattutto come formidabile strumento di elevazione civica e spirituale, di coscienza politica e di rinnovamento etico.

E vale la pena ricordare che non a caso Giuseppe Verdi fu membro del primo Parlamento d'Italia, un riconoscimento naturale per quanti avevano dato lustro all'Italia prima della sua riunificazione.

Le note che sentiremo risuonare in quest'aula assumono oggi un significato particolarmente importante perchè rappresentano un omaggio ideale a coloro che fecero l'Italia, ai tanti grandi e piccoli eroi del nostro Risorgimento: giovani e anziani, uomini e donne che lottarono affinchè si realizzasse il sogno di libertà accarezzato nei secoli passati da grandi artefici dell'identità culturale italiana come Dante, Petrarca, Alfieri, Foscolo e Leopardi. Un'identità culturale formatasi nei secoli ad opera del genio creativo della gens italica.

è da tutti risaputo che la cultura è il nostro patrimonio più prezioso, perchè ci definisce nel mondo come Nazione, prima ancora che come Stato.

Non a caso, la sua rilevanza è sancita tra i primi dodici principi fondamentali della Costituzione. Si legge, all'art. 9: "La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione".

In quanto tale, la cultura deve essere sostenuta e promossa dalle istituzioni attraverso strutture opportunamente potenziate e valorizzate, e spiace dover rilevare che non sempre ciò è avvenuto.

La musica è la lingua universale dell'arte, in particolare quella lirica è uno straordinario veicolo per il superamento di confini, barriere culturali ed etniche.

Il nostro Bel Canto è conosciuto, seguito e amato in tutto il mondo.

Gli appassionati della lirica vengono in Italia da ogni parte del globo per studiare o per seguire nei nostri teatri le loro opere preferite.

Tra tutti, c'è un popolo particolarmente affezionato alla cultura italiana e soprattutto al nostro Bel Canto: il popolo giapponese, oggi così profondamente colpito da immani calamità naturali e dalle loro imprevedibili conseguenze.

I giapponesi, melomani raffinati e profondi conoscitori di arie note e meno note, sono i più autentici appassionati della nostra musica.

Anche per questo ai nostri amici giapponesi, attorno a cui tutte le Nazioni si stanno stringendo in un abbraccio fraterno e solidale, voglio dedicare questo intenso pomeriggio con il Maestro Muti e con il Coro del Teatro dell'Opera. Nella speranza che nelle splendide strofe del 'Va' pensiero', il popolo del Sol Levante sappia ritrovare "l'aure dolci del suolo natal".

Grazie.