Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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INIZIO CONTENUTO

Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

12/06/2012

Montecitorio, Sala della Lupa – Presentazione del volume “Il ruolo delle Forze di Polizia nella strategia della sicurezza nazionale”, di Sergio Santoro e Ignazio Gibilaro

Autorità, Signore e Signori!

La Camera dei deputati è particolarmente lieta di ospitare la presentazione del libro di Sergio Santoro e Ignazio Gibilaro, "Il ruolo delle Forze di Polizia nella strategia della sicurezza nazionale".

Saluto e ringrazio il Ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, il Sottosegretario di Stato all'Interno, Giovanni Ferrara, e il dott. Nicola Izzo, Vicedirettore generale della Pubblica Sicurezza, che interverranno nel corso di questa iniziativa.

Parlare del ruolo delle Forze di polizia in questo momento storico risulta quanto mai opportuno, considerate le rilevanti aspettative di sicurezza che i cittadini manifestano ogni giorno.

E', infatti, ormai, evidente che la grave crisi economica che purtroppo stiamo attraversando sta sempre più comportando, soprattutto per le famiglie, un forte disagio sociale derivante dalla preoccupazione di non riuscire a mantenere un dignitoso "standard" di vita.

Ciò comporta, inevitabilmente, un diffuso senso di precarietà che non è più solo legato ad un tradizionale bisogno di sicurezza della propria vita, dei propri averi, ma che si è esteso a nuovi bisogni sociali, quali la sicurezza economica, la giustizia, una più equa distribuzione della ricchezza, la certezza di avere servizi sociali primari.

In questo scenario, la capacità di individuare i potenziali pericoli per l'ordine e la sicurezza pubblica diventa un'irrinunciabile priorità per gli Organi investigativi cui viene demandata la concreta predisposizione di una sempre più complessa e difficile "difesa attiva" della convivenza e delle Istituzioni.

Al riguardo, l'intensificarsi dell'azione criminale ha imposto, alle Forze di Polizia, di "mettere a punto", nel corso del tempo, più efficaci metodologie di indagine, dal momento che oggi il crimine, soprattutto quello organizzato, è sempre più in grado di mutare velocemente e, imprevedibilmente, le proprie modalità organizzative e le proprie strategie delinquenziali.

Queste tumultuose dinamiche criminali traggono la loro ragion d'essere non solo dalla costante evoluzione dei fenomeni economici e delle correlate occasioni di lucro illecito, ma, altresì, dalla necessità di dover reagire con tempestività alle iniziative e alle innovative tecniche di contrasto cui ricorrono, con crescente successo, le autorità competenti.

L'odierno "villaggio globale" è, infatti, caratterizzato non solo dalla complessità delle attività, lecite e illecite, che lo percorrono, ma, anche, dal loro permanente e multiforme dinamismo.

Basti pensare al continuo e progressivo sviluppo tecnologico che ha, di fatto, rivoluzionato il sistema delle comunicazioni, determinando opportunità ma anche rischi imprevedibili fino a poco tempo fa, e gli ambiti territoriali di riferimento dei diversi fenomeni criminali.

In questo contesto, la crescente pervasività e pericolosità sociale della cosiddetta "microcriminalità", unitamente all'interazione di fattori idonei ad implementare emotivamente la percezione generalizzata e, talora generica, dello stato di insicurezza da parte dei cittadini, hanno indubbiamente contribuito all'individuazione di molteplici iniziative finalizzate a garantire il perseguimento di un'efficace politica della sicurezza nazionale che agevoli la diffusione della cosiddetta "cultura del coordinamento".

Del resto, muovendo dalla constatazione che il "sistema sicurezza" è tradizionalmente caratterizzato dalla presenza di più Organismi di polizia, appare evidente che, per realizzare una piena ed effettiva "capacità operativa", occorre assicurare un puntuale e reciproco scambio informativo tra tutti i diversi protagonisti del comparto della sicurezza pubblica.

Da sempre, non sono mancati, nel nostro Paese, dibattiti sulla opportunità o meno di preservare una pluralità di Forze di Polizia.

In questa direzione c'è anche chi ha individuato nella costituzione di un'unica Forza di Polizia la via maestra per addivenire all'auspicata unitarietà d'azione.

Tuttavia, è prevalsa l'accorta posizione di coloro che, proprio nella pluralità ed eterogeneità dei soggetti in campo, vedono un prezioso strumento di equilibrio dei poteri e di salvaguardia dell'efficienza delle stesse Istituzioni, nonché la chiave di volta per elevare quella spiccata "specializzazione" sempre più richiesta alle diverse Amministrazioni pubbliche per contrastare una criminalità in continua evoluzione e diversificazione su scala ormai transnazionale.

In questa prospettiva, pertanto, l'attuazione di un moderno ed efficace modello di coordinamento delle Forze di Polizia deve necessariamente prefigurare una politica strategica appropriata, che fondi le proprie ragioni ed i propri orientamenti sull'informazione quale imprescindibile snodo centrale di qualsivoglia strumento di coordinamento.

I fatti dimostrano che la recrudescenza della criminalità organizzata di stampo mafioso, il terrorismo eversivo, nonché gli avvenimenti di aggressiva contestazione sociale e politica che hanno caratterizzato le diverse e tragiche fasi della vita del nostro Paese, sono sempre stati efficacemente risolti mediante un'intelligente attività di coordinamento, prevenzione e repressione.

Nel rinnovare, dunque, a tutte le Forze di Polizia, a nome dell'intera Camera dei deputati, il senso della più profonda gratitudine per la costante e meritoria opera a difesa del supremo principio di legalità, cedo ora la parola al Ministro Cancellieri per il suo intervento.