Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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INIZIO CONTENUTO

Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

03/10/2012

Montecitorio, Sala della Regina – Inaugurazione della mostra storica “I Polacchi nel Risorgimento Italiano”

Autorità, Signore e Signori!

Sono particolarmente felice di inaugurare la mostra 'I Polacchi nel Risorgimento italiano', un'iniziativa che si pregia dell'autorevole presenza della Presidente della Camera dei Deputati polacca, on. Ewa Kopacz.

Saluto l'ambasciatore polacco in Italia, Wojciech Ponikiewski, e i presenti.

La mostra 'I Polacchi nel Risorgimento Italiano' rappresenta una testimonianza di affetto e di gratitudine per i patrioti polacchi che si unirono ai patrioti italiani nel lungo percorso verso l'unificazione.

Già esposta con successo a Torino - prima Capitale d'Italia - e in altre città nell'ambito delle celebrazioni legate al 150° anniversario dell'Unità d'Italia, l'esposizione ripercorre l'iconografia di questa lunga amicizia politica e culturale attraverso quadri a olio, incisioni, acquarelli, lettere e altre testimonianze del periodo.

Un antico e profondo rapporto di amicizia quello tra l'Italia e la Polonia: basti considerare quanto scrissero nel 1848, i triumviri della Repubblica Romana, Giuseppe Mazzini, Carlo Armellini e Aurelio Saffi, che tributarono ai patrioti polacchi parole di grande affetto e riconoscenza: "Considerando che per i patimenti, energie di sacrifici e immortalità di speranze, la Polonia è sorella all'Italia e sacra fra tutte le nazioni…".

Un rapporto che si alimentava della reciproca stima tra Giuseppe Mazzini e il poeta polacco Adam Mickiewicz, la cui lirica politica appassionò gli italiani quanto quella di Lord Byron.

Ed è per questo che alla figura di Mickiewicz, il cui ruolo fu riconosciuto anche da Cavour, sono dedicate molte piazze nelle città italiane, mentre a Roma gli è stato dedicato un viale nei pressi del Pincio, il parco monumentale che più di ogni altro ripercorre le tappe del nostro Risorgimento.

La ragione dello speciale rapporto tra l'Italia e la Polonia, saldatosi nel XIX secolo, sta soprattutto nelle notevoli affinità tra i due Paesi in quella particolare temperie storico-politica. Come ha opportunamente osservato la curatrice della mostra, la prof.ssa Krystyna Jaworska, "entrambi i popoli condividevano le stesse aspirazioni di libertà, di indipendenza e di unità nazionale".

Di questa comunanza parlano gli stessi inni nazionali. Una strofa de 'Il Canto degli Italiani', infatti, fa riferimento alla Polonia, come allo stesso modo, un verso dell'Inno polacco è a sua volta dedicato all'Italia (dall'Inno d'Italia - V strofa: "Il sangue d'Italia Il sangue Polacco bevé col cosacco Ma il cor le bruciò". Inno Polacco "In marcia, Dąbrowski, dalla terra italiana alla Polonia sotto la tua guida ci uniremo alla nazione").

È interessante anche ricordare che l'Inno polacco fu scritto da Joseph Wybicki a Reggio Emilia nel 1797, poco tempo dopo la nascita in quella città del Tricolore, allora scelto a simbolo dalla Repubblica Cispadana.

[Anche i garibaldini ebbero un ruolo fondamentale in Polonia. Ed è questo il motivo per cui la Polonia sta organizzando importanti celebrazioni per commemorare la morte in terra polacca, avvenuta nel 1863, del garibaldino Francesco Nullo, che combatteva al fianco degli insorti locali contro la dominazione russa.

Tanta vicinanza dunque e molta strada percorsa in comune: ed è per questo che la mostra ai suoi esordi fu intitolata 'Per la nostra e la vostra libertà'.

Convinti che "tutti gli uomini liberi sono fratelli" (dal motto delle legioni polacche in Italia guidate dal generale Dabrowski, circa 8mila uomini tutti volontari) la Camera dei deputati è felice di ospitare questa mostra che ripercorre i legami tra le due Nazioni che credono negli stessi valori: ieri, nella libertà e nell'indipendenza; oggi nella democrazia e nell'Europa unita. Un grande ideale comune che, oggi come 150 anni fa, ci ricorda la profonda vicinanza morale tra Italia e Polonia.]