Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

29/11/2012

Montecitorio, Sala della Regina – Convegno di presentazione del “Rapporto di ricerca sul narcotraffico mondiale”, elaborato dalla Fondazione ICSA, d’intesa con il Ministero dell’Interno e l’Arma dei Carabinieri

Autorità, Colleghi e Colleghe, Signore, Signori!

La Camera dei deputati è particolarmente lieta di ospitare la presentazione del Rapporto 2012 sul narcotraffico mondiale, una ricerca di grande interesse e stringente attualità realizzata dalla Fondazione ICSA in collaborazione con la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell'Interno e con l'Arma dei Carabinieri.

Saluto e ringrazio gli illustri relatori: il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri Leonardo Gallitelli, il Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso, il Capo della Polizia Antonio Manganelli, il Presidente della Fondazione ICSA Marco Minniti.

Un cordiale benvenuto allo scrittore Roberto Saviano, che con la sua coraggiosa testimonianza civile e culturale è ben nota a tutti.

Il Rapporto di cui parleremo questo pomeriggio rappresenta un importante e prezioso strumento di conoscenza del pericoloso livello di organizzazione e ramificazione raggiunto dai cartelli della droga, vere e proprie multinazionali del crimine che rappresentano una gravissima minaccia alla convivenza civile in Italia e nel resto del mondo.

Nello stesso tempo, la ricerca della Fondazione ICSA illustra gli incoraggianti risultati conseguiti nel contrasto al narcotraffico dalle forze dell'ordine, a cui deve andare la riconoscenza delle Istituzioni e dei cittadini per la dedizione, lo spirito di sacrificio, l'alta professionalità che impiegano quotidianamente nell'individuare e neutralizzare tanti circuiti nazionali e internazionali della droga, assicurando alla giustizia pericolosi malviventi e rafforzando le difese della nostra società contro una delle più gravi insidie alle sua sicurezza.

E' una battaglia certo difficile e complessa, come documenta in modo ampio ed esauriente il Rapporto. Ma è una battaglia che si può e si deve vincere. E che va combattuta con la partecipazione convinta dell'opinione pubblica, nella sempre più diffusa consapevolezza che, lottare contro il narcotraffico, significa preservare la vita democratica dall'inammissibile potere di ricatto e corruzione esercitato dalle organizzazioni criminali e proteggere la qualità della vita di tanti giovani nelle nostre città sottraendoli alla piaga della tossicodipendenza.

La pericolosità dei cartelli della droga è cresciuta in quelli che potremmo definire i "bassifondi" della società globale, cioè le zone d'ombra e i territori oscuri dove prosperano, non solo il traffico di sostanze stupefacenti, ma anche altri gravi e vergognosi fenomeni come il traffico degli esseri umani, come quello delle armi e come quello delle merci contraffatte.

La caratteristica comune a tutti questi fenomeni - come si legge nel Rapporto - è di "essere gestiti da network criminali transnazionali capaci di stringere alleanze in maniera sistemica ovvero per una singola transazione o affare".

Ci troviamo davanti a un mondo che attacca la nostra economia e la nostra sicurezza, che alimenta i commerci più immondi, che corrompe il tessuto civile e danneggia la nostra salute, dal momento che una delle sue attività più redditizie consiste nello smaltimento illegale di rifiuti tossici.

Tra i tanti, preoccupanti dati riferiti nella ricerca della Fondazione ICSA colpisce l'allarmante operatività delle strutture criminali e delle ramificate reti organizzative costruite dai cartelli della droga per diffondere in quasi tutto il mondo la circolazione delle sostanze stupefacenti.

Altrettanto allarmante è il collegamento fra traffico della droga e finanziamento del terrorismo. In particolare, i gruppi paramilitari colombiani sfruttano il reticolo di relazioni commerciali illegali costruito su scala mondiale, una rete particolarmente estesa in un'Europa che costituisce - ed è un dato che indubbiamente fa riflettere - uno "dei più fiorenti mercati per ogni tipo di narcotico ed il secondo mercato al mondo, dopo gli Stati Uniti d'America, per cocaina e hashish".

Il Rapporto pone anche l'accento sul ricorso al narcotraffico da parte di gruppi terroristici di matrice islamica, soprattutto nell'area pakistano-afghana, dove - come si legge nel documento - i cosiddetti "signori della guerra" acquistano l'oppio per poi commercializzarlo. E - come risulta dalle attività investigative dell'Arma dei Carabinieri - cellule islamiste attive in Italia fanno ricorso al commercio della droga per finanziare la loro rete logistica.

La lotta al narcotraffico va dunque combattuta su molteplici terreni operativi e investigativi e deve essere ovviamente sostenuta con l'impegno attivo e convinto delle Istituzioni e dell'intero mondo politico perché si tratta di una fondamentale battaglia di libertà, civiltà e democrazia.

Fondamentale è la cooperazione tra le forze di polizia di tutto il mondo. Nel Rapporto è in particolare evidenziata la strategia di contrasto internazionale adottata sin dai primi anni Novanta dall'Arma dei Carabinieri per localizzare e disattivare le fonti di produzione della droga; per disarticolare le strutture che controllano l'intera filiera criminale; per individuare i canali utilizzati per il riciclaggio dei capitali provenienti dal narcotraffico.

E' superfluo evidenziare che è proprio qui, nell'immissione nei circuiti economici mondiali degli enormi profitti del narcotraffico, uno degli aspetti più inquietanti dell'attività delle multinazionali del crimine.

Sotto questo profilo, particolare rilievo assume l'opera di sensibilizzazione politica a livello internazionale, perché - come è messo in evidenza nella ricerca della Fondazione ICSA - gli Stati - cito testualmente - non si sono ancora dati regole comuni "per contrastare efficacemente il crimine organizzato sul piano internazionale".

E non c'è dubbio che l'Italia - grazie alla sua avanzata legislazione nel campo della lotta alla mafia e grazie alla notevole esperienza e professionalità della sua magistratura e delle sue forze dell'ordine - costituisca un valido modello di riferimento nella lotta internazionale al traffico delle droga e a tutte le attività criminali ad esso collegate.

Nello stesso tempo, deve essere posto in rilevo anche il piano più strettamente nazionale dell'azione di contrasto al narcotraffico, che in Italia vuol dire soprattutto lotta senza quartiere alle organizzazioni mafiose che agiscono da troppi anni nel nostro Paese, inquinandone il tessuto sociale ed economico e opprimendo territori e comunità cittadine con la violenza e l'intimidazione.

Particolare attenzione è dedicata nel Rapporto all'attività della 'Ndrangheta, arrivata più tardi, rispetto a Cosa Nostra, al commercio della droga, ma oggi presente in modo allarmante in molti, ramificati circuiti del mercato degli stupefacenti. E ciò sia per quello che riguarda il controllo di vari ambiti del traffico internazionale sia per ciò che concerne le posizioni di dominanza acquisite nel circuito nazionale della droga. La ricerca della Fondazione ICSA indica gli snodi interni di questo circuito, come ad esempio quelli annidati nel porto di Gioia Tauro, "dove - cito testualmente - anche le indagini più recenti hanno documentato la concentrazione degli interessi mafiosi nel narcotraffico, ma soprattutto nel condizionamento più ampio della struttura portuale".

In conclusione, la lotta al narcotraffico deve costituire una delle principali preoccupazioni della comunità internazionale, all'interno della quale devono essere coordinati gli sforzi e le iniziative per abbattere il potere delle multinazionali del crimine, al fine di assicurare a tanti giovani in tutto il mondo un futuro libero dalla schiavitù della droga e al fine di affrancare la società globale da uno dei fattori più pericolosi di regressione civile ed economica.

Ed è con questo auspicio che passo la parola agli illustri relatori, ringraziando la Fondazione ICSA, la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell'Interno e l'Arma dei Carabinieri per aver offerto, con il Rapporto 2012 sul narcotraffico, un prezioso e aggiornato quadro conoscitivo della battaglia internazionale a una delle piaghe più dolorose e vergognose che affliggono la vita del mondo odierno.